Un gradino dopo l’altro e poi, su in cima, la soglia di una dimora di feconda protezione, un rifugio per le aspirazioni. L’opera installativa “Casa di Gigantessa” è poesia e cuore di donna … un riparo dai tormenti ed il tratto sinuoso delle rotondità di una grande speranza riposta all’interno dello spazio, mentre celebra e custodisce ogni desiderio della terra. L’eleganza si impone come un trono pagano in onore della femminilità che, attraverso i suoi simboli, si adagia e si svela in una nudità appagante per la storia di tutte le antiche paure ed i sensi colpa. Come foglie d’oro nella cesta degli dei, le sculture plastiche ed i segni pittorici sensuali che compongono l’opera, ospitano la mano della pace di un focolare attento ai desideri ed a tutte le passioni. L’artista siciliana Giuseppina Riggi, da sempre, procede edificando una dimora per le incertezze della storia … separa e congiunge il tempo abbracciando gli spazi e le dimensioni del cuore, fino all’ultimo atto sincrono con la vita … la forma, gli abiti e gli arnesi della vita stessa che si adagia sul fuoco della terra. Prima d’ogni notte, prima d’ogni lacrima … prima d’ogni suono di campane, v’è il fragore dell’eternità nel grembo di una madre … ma tutto ciò che precede i sorrisi porta sempre il sapore delle pire. L’opera si dilata oltre i deserti ed inneggia al volto femminile di un “dio” che prega nei piani bassi del dolore per guarire il sangue della lotta con l’amore. Donna come giunco, rondine, stella, acqua sorgiva … “Casa di Gigantessa” adagia i suoi gioielli sulla bruna superficie nascondendosi dalle profondità a misura d’uomo … fragile e opulenta matrice del paradiso … tace, si accarezza e non più si duole. Per tutte le violenze consumate, per tutte le umiliazioni subite … per la libertà che avete negato, per la bocca che le avete tappato … per tutto quello che non amate ascoltare … per tutto questo … In piedi, signori! Davanti ad una Donna!
di Annarita Borrelli
fotografia di Maurizio Geraci