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Fotografia - Silvio Zaami "Pesci in faccia"


A chi mai sarai sfuggito d’esser trattato a pesci in faccia su questa maledetta terra, sempre calpestata da presunti perfidi e sleali? La serie “Pesci in faccia”, presentata in esclusiva in occasione del Festival Estrazione/Astrazione presso il Quartiere Angeli di Caltanissetta, rappresenta un’immagine ossessiva, ripetuta, molesta … tremendamente palpitante di un uso comune tipico del linguaggio popolare; una fuga di fotografie che glissano sulle spine delle nostre irritazioni. La strada si trasforma in una cornice di identità depredate; un muro, una schiera di cicatrici. Questa storia di ricordi scomodi, propri dell’umanità offesa nell’idea della possibilità di “essere”, deriva dalle antichissime leggende nordiche e dalla mitologia norrena; siamo ancora tutti come Vichinghi che prendevano a pesci in faccia i traditori o gli spioni? oppure non resta che aprire gli occhi dinanzi alla consapevole necessità di continuare a combattere, come in una battaglia tra Demoni, Goblin, Stregoni e Valchirie, subendo la definizione dei limiti tra la vita e la sua morte? Silvio Zaami ricorre all’astrazione come punto di partenza, prima del reale snodo sulle tutte le possibili estrazioni. I volti presi a “Pesci in faccia” vivificano la rappresentazione di un linguaggio capace di evocare l’identità storica del luogo che ne accoglie lo spirito artistico. La serie rappresenta una critica locale ed, al contempo, universale contro i rischi della lotta natia tra confuse vittorie e sconfitte ed i derivati delle loro illusioni. I più umili stati sociali e della mente, vengono avvelenati in ogni istante; è una cronaca continua … le nostre “prodezze” che subiscono pesci in faccia e poi, a tratti, prendono a pesci in faccia se stesse o tutto ciò che odora d’inganno. L’unica acre certezza risiede nella cruda potenza del gesto in sé, senza macchie di giudizio.


di Annarita Borrelli



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