L’infinito è sottosopra, ma la carne si trasforma, si muove, cola e poi levita. Implodiamo, scivoliamo, ci alterniamo, ci ammucchiamo … travasiamo come in una clessidra, fievoli corpi che galleggiano in una dimensione non aperta, senza ossigeno, senza regole … siamo uguali e diversi in trincea come in cielo, non siamo che tutto ed il contrario di tutto. La sostanza è un essere capace di azione, si muove, si mischia, si adatta, si scioglie … si veste e si sveste fino a ritornare e poi precipitare; c’è solo il tempo di cambiare direzione e sentirsi spinti a ricominciare. Corpi come composti, moltitudini. Anime, spiriti, unità di pensiero in movimento. L’opera Hourglass di Salvatore Alessi è come un’istantanea d’un tempo che fluttua sospeso, un animarsi di opposti che danzano e ondeggiano, materia ruvida che ricade nelle illusioni di un sottofondo che slitta, abiti spogli ed esseri nudi, volti liquidi che si schiudono e si disperdono, corpi grigi … corpi gialli … come una naturale alternanza tra la morte e la vita, una doppia visione e una doppia possibilità di esposizione concessa dall’artista al pubblico fruitore. Alessi dipinge l’ineluttabilità della durata delle cose in due direzioni attraverso le scolature, metro del corso apparente del sole in metempsicosi nel buio inarrestabile della contemporaneità. Solo una grata e un tratto d’orientamento, un antico orologio che batte il ritmo di un transito di energie eterne che scorrono e poi, immobili, si concedono all’inerzia del terribile gelo dell’emergenza terrena che abbatte. Hourglass pietrifica e congela questo flusso di anime che si spogliano in ascesa mentre corrono il rischio di precipitare a terra tutti i residui della volgare consistenza. Dalla materia alla trascendenza attraversiamo le nostre armoniche agitazioni come schegge impazzite … dissonanti, siamo l’unione di corti circuiti in equilibrio. Salvatore Alessi capovolge le imperfezioni e le possibilità, la sua tela prende voce in una dimensione in cui tutte le leggi fisiche si bloccano come in tutti i sistemi di riferimento inerziali associati all’invarianza della luce. L’opera dipinge un flusso di energie accartocciate che si svelano, immortalando il tempo del mondo in apnea con la costante di uno stile che transita dal classicismo alla contemporaneità … una mano nel tempo. Zone di turbolenza, intrecci, somiglianze, conflitti in equilibrio … la modernità di Hourglass sceglie l’impeto dei tempi per conservare in vitro la memoria dei nostri comportamenti caotici in trazione … e poi, pennellata su pennellata, tratteggia una geometria di passioni … è peso e contrappeso della dismisura.
di Annarita Borrelli