Raccontateci la storia del nome della vostra band …
Il nostro gruppo, "Eleonora Del Grosso trio", prende il nome dalla pianista e cantante che fa da capitano del gruppo e che scrive le composizioni originali. La musica che proponiamo è jazz e in questo genere si usa generalmente dare alla band il nome del musicista più influente del gruppo. Invece il nome del nostro primo album, KRISTALLOS, richiama appunto i cristalli, strutture complesse che possono riunire in sé vari elementi di diverso tipo ma che condividono però la stessa base d'appoggio. Abbiamo scelto questa parola perché volevamo che il disco fornisse proprio l'idea di un cristallo, presentandosi come raggruppamento di tradizioni musicali diverse, unite da una matrice comune che ci siamo proposti di trovare e rivelare all'ascoltatore. Perciò la grande contaminazione stilistica che si trova nell'album non è causale ma ricercata consapevolmente. Del resto crediamo che in un un'epoca di grande mescolamento culturale come la nostra, la musica debba essere, e diventare, sempre più multi-etnica.
Da cosa trae ispirazione il vostro sound?
Nel nostro sound cerchiamo di solito un mescolamento fra jazz e musica classica. La nostra "sfida" musicale è quella di unire le tradizioni musicali di due continenti fisicamente separati e distanti tra loro, cioè l'Europa e le Americhe. Così i nostri brani includono richiami espliciti ad autori classici ma anche ritmi latino-americani e componenti più affini invece a quella che è nota come black music. Il risultato è, o dovrebbe essere, una musica estremamente ricca di spunti emozionali, che non può essere identificata in un solo e preciso genere di jazz. In questo senso ci sentiamo un po' uno chef che prova a condire un piatto con ingredienti apparentemente incompatibili tra loro, e che tuttavia alla fine, sommati tra loro, offrono una pietanza dal gusto inaspettatamente...ottimo!
Parlateci del nesso concettuale che esiste tra i vostri testi e la vostra musica …
Nel nostro album c'è un solo brano dotato di testo, quindi una sola "canzone" potremmo dire, se con canzone intendiamo un brano che preveda l'utilizzo della voce. Si tratta dell'ultimo brano del disco, che è intitolato Meeting e che porta con un messaggio, col quale l'album virtualmente saluta i suoi ascoltatori. Il testo dice che “la vita è un incontro, un incontro con un milione di vite”. In questo pensiero si trova anche la filosofia che anima il nostro modo di suonare e in particolare il nostro album: vita e musica sono accomunate dal fatto che ci obbligano sempre a fare incontri, che noi lo vogliamo o no. Ogni vita, e anche ogni brano musicale, produce una rete pressoché infinita di conoscenze, ossia ci impone di costruire tantissimi legami con altre persone, con altri generi di musica, con altri musicisti, con altre storie. In una parola, con altre vite.
La vostra band nel futuro ...
Per l'immediato futuro, abbiamo intenzione di presentare il nostro album all'interno di importanti festival jazz italiani. E poi di sicuro incideremo il prossimo anno un nuovo disco, al quale stiamo già lavorando. Questa volta aggiungeremo anche le tastiere elettroniche e le faremo dialogare col pianoforte, che pur sempre rimane lo strumento solista per eccellenza del nostro gruppo, ed il protagonista indiscusso del sound del trio. Il sapore complessivo dell'opera sarà ancora jazz, naturalmente.
di Salvatore Cammilleri