I GIOVEDÌ DELLA VILLA
16 novembre ore 19 Art Club #18: Greffes
Mostra e incontro con il curatore Pier Paolo PANCOTTO
e gli artisti in dialogo fra loro
Davide BERTOCCHI / Samon TAKAHASHI
Gabriele DE SANTIS /Felice LEVINI
Nicola PECORARO /Fabio QUARANTA
Alberto DI FABIO / Lucian INDREI / Ciprian MUREŞAN
Marco BASTA / Lupo BORGONOVO
Alfredo ACETO / Landon METZ / Mohamed NAMOU / Achraf TOULOUB Edgars GLUHOVS /Timothy FUREY
Arthur FOURAY / Christophe DE ROHAN CHABOT
Lise STOUFFLET /Romain VICARI
ore 20.30 I balletti russi di Diaghilev
concerto di Francesco LIBETTA
Accademia di Francia a Roma - Villa Medici
Incontri in francese con traduzione simultanea - Ingresso libero nel limite dei posti disponibili
Per il ciclo I Giovedì della Villa, ideato dalla direttrice Muriel Mayette-Holtz e curato da Cristiano Leone, il 16 novembre l’Accademia di Francia a Roma propone una serata tra arte e musica. Si comincia alle 19 con l’atteso ritorno di Art Club, la rassegna dedicata all’arte contemporanea a cura di Pier Paolo Pancotto, che per l’occasione ha invitato ventuno artisti internazionali a collaborare fra loro e a confrontarsi con gli spazi di Villa Medici, dando luogo a un’inedita mostra dal titolo Greffes (Innesti). A seguire, alle 20.30, I balletti russi di Diaghilev, concerto di Francesco Libetta (Galatone, 1968), pianista, compositore e direttore d’orchestra, notato dai primi anni ’90 dalla critica internazionale più autorevole, che non esita a definirlo “il più grande pianista vivente” (P. Isotta, Corriere della Sera); “un poeta-aristocratico della tastiera con il profilo e il trasporto di un principe rinascimentale” (M. Gurewitscs, New York Times); “maestro di ogni periodo o stile, Libetta è il migliore rappresentante del gusto moderno [...] una tecnica che lascia allibiti” (Harold Schonberg, American Record Guide).
Ore 19. Art Club#18: Greffes. La collaborazione tra artisti è un’esperienza dagli esiti spesso sorprendenti paragonabili a quelli prodotti in natura da un innesto, emblematico punto d’incontro tra scienza e sperimentazione, dato di fatto e imponderabilità. L’Art Club #18 si fa portavoce di questo fenomeno, attualmente in forte ascesa e quasi del tutto nuovo per il grande pubblico. Nell’occasione, autori diversi per generazione, cultura e linguaggio si incontrano a Villa Medici in qualità di originali, talvolta inattesi, testimoni del dialogo creativo che, da lungo tempo, li pone in sintonia. Nasce così Greffes, frutto della loro reciproca stima e fratellanza professionale ed emotiva, in un gioco di rimandi intellettuali e visivi che è alla base dell’odierno progetto espositivo. Partecipano gli artisti: Davide BERTOCCHI / Samon TAKAHASHI; Gabriele DE SANTIS /Felice LEVINI; Nicola PECORARO /Fabio QUARANTA; Alberto DI FABIO / Lucian INDREI / Ciprian MUREŞAN; Marco BASTA / Lupo BORGONOVO; Alfredo ACETO / Landon METZ / Mohamed NAMOU / Achraf TOULOUB; Edgars GLUHOVS /Timothy FUREY; Arthur FOURAY / Christophe DE ROHAN CHABOT; Lise STOUFFLET /Romain VICARI.
Ore 20.30. I balletti russi di Diaghilev, concerto di Francesco Libetta. In riferimento alla mostra dedicata a Picasso – in corso alle Scuderie del Quirinale, curata da Olivier Berggruen con Annunciata von Liechtenstein e inserita nel ciclo delle celebrazioni picassiane – il programma si collega ai rapporti tra l’artista spagnolo e Stravinsky, e a una delle figure che hanno lasciato una profonda traccia nella cultura del 1900, il russo Sergej Pavlovič Djagilev, detto Serge de Diaghilev.
Impresario di genio, Diaghilev dimostrò di saper riconoscere le potenzialità e il talento di tanti artisti, e con straordinaria abilità per molti anni riuscì a riconoscere e applicare lo spirito del moderno nella società più influente delle capitali europee della sua epoca.
Molti dei compositori inclusi nel programma hanno scritto per la compagnia di balletto di Diaghilev: “Les Ballets Russes”. In particolare Stravinsky deve a Diaghilev le prime grandi opportunità della sua carriera (sono ora sepolti accanto, nel cimitero di Venezia): L’Oiseau de feu, Petrouska, Le Sacre du printemps. Fu per Diaghilev che Stravinsky, dopo i successi dei balletti basati su tradizioni russe, e dopo il successo di un balletto di Respighi su tema italiano, scrisse le musiche di Pulcinella. Il balletto andò in scena con l’allestimento curato da Picasso.
Per scrivere questa partitura Stravinsky lavorò su musica antica italiana (Pergolesi in particolare, ma non solo). E fino agli ultimi anni professò la più profonda ammirazione per il genio di Carlo Gesualdo, il Principe di Venosa, sperimentatore di armonie arditissime.
Dopo due piccole gemme del repertorio italiano antico, la coltissima insolenza della Serenata di Stravinsky (quattro brevi pezzi neoclassici raccolti in una suite dal titolo italiano) è seguita dalla magica e misticheggiante eufonia dei tre preludi che Respighi compose sopra melodie di canto gregoriano. Il terzo capolavoro monumentale in programma è la versione pianistica del poema coreografico di Ravel. Fu Diaghilev a commissionare La Valse a Ravel, il quale dedicò la sua partitura orchestrale (da lui stesso poi trascritta per pianoforte solo e per due pianoforti) a quel prodigio di mondanità e gusto per il talento artistico che fu Misia Godebska, nota come Misia Sert. Seguono quattro brevi omaggi ad altrettanti compositori che scrissero per Diaghilev: Strauss (che scrisse Josephslegende) con una trascrizione di un suo celebre Lied (composizioni per voce solista e pianoforte); Debussy (che scrisse Jeux), con una breve pagina dal carattere ritmico, Satie (modernista e provocatore per eccellenza, scrisse Parade, il balletto per il quale Picasso realizzò il leggendario sipario) e De Falla (che scrisse El sombrero de tres picos).
Musicista liberamente distante da molte convenzioni del commercio musicale e insieme, in trenta anni di carriera Francesco Libetta è stato ascoltato nelle sale europee, americane e asiatiche come pianista, direttore e compositore. Fin dagli esordi come pianista gli è stata riconosciuta una tecnica strumentale straordinaria e uno stile peculiare. Libetta ha studiato Composizione e Orchestrazione con G. Marinuzzi a Roma e J. Castérède a Parigi, dove ha anche avvicinato l’ambiente dell’IRCAM. Il catalogo di opere eseguite e registrate è articolato: musica per il teatro e per il cinema, con elettronica, acusmatica, cameristica, orchestrale, per strumento solista e orchestra. Incoraggiato alla direzione d’orchestra da A. M. Giuri e G. Zampieri, ha presto debuttato dirigendo la Nuova Orchestra Scarlatti di Napoli e i Filarmonici di Verona; negli anni ha quindi diretto uno scelto repertorio sinfonico, operistico (Don Giovanni) e da balletto (Lo Schiaccianoci, La Bella addormentata nel bosco).
Libetta ha allargato il suo repertorio al pianoforte fino a includere frequenti esecuzioni di musiche rinascimentali, come Gesualdo e Trabaci, e condurre una intensa attività nel mondo della musica contemporanea. Ha collaborato con violinisti (I. Haendel, M. Quarta, G. Angeleri); danzatori e compagnie di balletto (da C. Fracci al Balletto del Sud, che ha diretto in varie produzioni, tra le quali la Carmen al Teatro dell’Opera di Tirana); cantanti (A. C. Antonacci, E. Palacio). L'opera teatrale Ottocento - Il Martirio di Otranto, eseguita in "prima" nel Castello Aragonese di Otranto nell'Agosto 2009 con la regia e le coreografie di F. Franzutti, è stata poi replicata nell'Auditorium di Santa Cecilia alla Conciliazione in Roma nel Gennaio 2010.
Francesco Libetta tiene corsi regolari di pianoforte per concertisti presso l’Accademia SIMA di Lecce e presso la Nova University di Fort Lauderdale. È invitato da concorsi internazionali come presidente di giuria o in commissione (Porrino di Cagliari, BNDES di Rio de Janeiro, Busoni di Bolzano, Horowitz di Kiev, Premio Venezia, etc). Ha fondato ed è direttore Artistico del Piano Festival di Miami in Lecce. Ha pubblicato numerosi saggi e volumi su argomenti di storia ed estetica musicale. Ha fondato la casa discografica Nireo, con cui realizza nuove produzioni e progetti culturali storici.
Programma:
Carlo Gesualdo da Venosa: Gagliarda
Leonardo Leo: Canzone a dispetto da Amor vuol sofferenza
Igor Stravinsky: Serenata
Ottorino Respighi: Tra preludi sopra melodie gregoriane
Maurice Ravel: La Valse
Richard Strauss: Ständchen (tr. W. Gieseking)
Claude Debussy: The little Negro
Erik Satie: Prèmiere Gymnopédie
Manuel De Falla: Danza ritual del Fuego da El amor brujo
I Giovedì della Villa
Ingresso gratuito (nel limite dei posti disponibili)
Accademia di Francia a Roma - Villa Medici
viale Trinità dei Monti, 1 - 00187 Roma
t +39 06 67611 www.villamedici.it
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