Cominciamo parlando del tuo percorso musicale. Ci vuoi raccontare la nascita del trio e soprattutto la nascita di questo tuo disco da leader?
La band nasce qualche anno fa sulla base di alcuni miei brani che ho pensato per la formazione del trio classico (pianoforte, contrabbasso e batteria) e che, in parte, sono confluiti nell’album “Passacaglia”. Negli ultimi due anni circa abbiamo lavorato pensando sia alla dimensione dei concerti dal vivo che all’album ed è nato “Passacaglia” che, indipendentemente dalla firma dei brani che è per la maggior parte mia, è un disco scritto e pensato da tutti i membri del trio. Una cosa che mi piace sottolineare, infatti, è che si tratta di una formazione che lavora costantemente ed è sempre attiva, non solo in occasione di concerti o registrazioni. Il disco è frutto di questo tipo di lavoro e mi auguro si senta che è il prodotto di un lavoro continuo e corale.
Un progetto dove si vede una chiara impostazione jazz, ma dove non mancano anche delle influenze rock: ce lo vuoi descrivere brevemente?
Sono convinto che la generazione di cui facciamo parte sia cresciuta ascoltando molti generi musicali differenti tra cui, almeno nel nostro caso, sicuramente il rock, il progressive e l’hard rock, oltre che naturalmente il pop degli anni 80 e 90: tutto questo ha inevitabilmente alimentato la scrittura e il modo di suonare del trio ad accogliere queste esperienze nella propria musica credo sia naturale. Amiamo molto il jazz, che ormai è comunque un contenitore vastissimo in cui si ritrovano esperienze musicali molto diverse, e ciascuno di noi ama musicisti differenti, ma nei brani del disco si sente molto l’influenza delle altre musiche con cui siamo cresciuti, non ultima naturalmente anche la musica classica e contemporanea.
Quali sono state per te le influenze musicali più importanti? Ci sono degli artisti che hanno rappresentato un vero e proprio punto di riferimento?
E’ difficile elencare una serie di influenze, sicuramente a livello strumentale e formale la mia formazione classica è una grande influenza e poi la scoperta giovanile dei grandi del jazz mi ha aperto un nuovo mondo sia di possibilità tecniche che espressive. Anche i musicisti con cui ho suonato, a volte per una sera soltanto, rappresentano per me delle influenze molto importanti che mi hanno lasciato molto del loro modo di suonare e di pensare la musica.
nel futuro: come vedi il tuo trio nel futuro immediato e soprattutto quali saranno i prossimi concerti dove ti potremmo vedere?
Stiamo già lavorando a nuovo materiale che, quando sarà maturo, confluirà in un nuovo album; nel futuro immediato ci saranno naturalmente i concerti di presentazione del disco, che già sono iniziati tra Marzo e Aprile, e nuove date per l’autunno. Abbiamo in progetto, sempre per la stagione autunnale, di portare la nostra musica anche fuori dall’Italia e stiamo lavorando anche a una serie di workshop con il trio. Per me il trio è un laboratorio di idee e sono felice di condividerlo con dei musicisti straordinari come Luca e Matteo: lo vedo come un progetto sempre in crescita e con moltissimi stimoli a creare nuova musica.
Lo staff di ignorarte