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Musica - Simone Basile


Per cominciare l'intervista raccontaci la storia del trio: come è nato questo progetto e come hai scelto i musicisti che fanno parte di questo progetto?

Il Trio non ha una vera e propria storia, diciamo che ho sperimentato diverse formazioni prima negli anni, passando dal quintetto con tromba e tenore, al quartetto col solo tenore e per poi finire al trio. E’ stata una scelta maturata negli anni, a un certo punto ho deciso di voler aver una base solida in trio su cui costruire il mio modo di fare musica, il mio linguaggio, le mie idee. Quindi ho accantonato il resto e mi sono concentrato su questa formazione “base” del jazz. Non è stato difficile scegliere i musicisti, sapevo bene quello che volevo fosse il risultato finale e quindi sono andato sul sicuro con Francesco Angiuli (mio vecchio insegnante in conservatorio che conosco benissimo) e Marco Valeri, uno dei batteristi che più stimo ad oggi.


Time è senza dubbio un disco di jazz moderno con tante influenze: lo vuoi descrivere in breve per i nostri lettori?

Ho sempre amato la tradizione e gli standards, infatti nel disco ne ho voluti suonare due, Let’s Cool One ed April in Paris, quindi alla sua base posso dire che c’è tanto di essa, ma ultimamente sono stato molto influenzato dal lavoro sul jazz moderno di Gilad Hekselman e Aaron Parks. Da loro ho preso il loro mood di affrontare il brano e su come costruire le dinamiche dei temi e dei soli, diciamo quell’approccio “moderno” di timing che si sta sviluppando adesso in America. Il disco parla del tempo, una riflessione a livello musicale e non solo. Platone diceva che la musica trasforma il tempo naturale in tempo virtuale, o meglio musicale. In questo disco ho voluto descrivere e parlare di come il tempo è in grado di cambiare le cose,i luoghi, i sentimenti ,le persone e in tutto questo ho usato la musica come mezzo di espressione per descriverne i momenti .


Visto che è il tuo primo disco da solista, raccontaci anche la tua epserienza da studio...

L’esperienza in studio è stata davvero piacevole. Abbiamo registrato nello studio di Marco Ferri a Vignola, e sin da subito si è creato il clima giusto per lavorare al meglio. Sia Marco che Francesco hanno già diverse esperienze in studio maturate con gli anni, e questo mi è servito molto a farmi sentire a mio agio dall’inizio e a lavorare con serenità. Abbiamo registrato tutto in un solo giorno, e già dal secondo abbiamo ascoltato e proceduto al missaggio. E’ stata davvero una bella esperienza.


La tua storia ed il tuo percorso artistico: vuoi parlarci adesso di come ti sei avvicinato alla musica e soprattutto quando hai deciso di fare della musica una professione?

Il mio approccio alla musica è arrivato quando avevo 9 anni, mio padre suona diversi strumenti tra cui la chitarra, ne avevamo diverse in casa. Fino ad allora non mi interessai nel suonare, ma fu vedere mio cugino più grande suonare a farmi venire la voglia di iniziare. Negli anni ho studiato prima da autodidatta, poi privatamente e in seguito decisi di iscrivermi al conservatorio quando capii di voler fare questo come lavoro.


Progetti per il futuro: facci sapere quali saranno i tuoi prossimi impegni e se hai già in mente un secondo lavoro da studio...

I prossimi impegni a livello di concerti saranno tra pochi giorni, saremo col trio a presentare il disco a Firenze, Aosta e Milano, il 12, 27 e 28 aprile. Sono già a lavoro sul prossimo lavoro discografico in trio ma probabilmente questa volta non saremo soli…sto scrivendo anche per una sezione fiati.

Lo Staff di ignorarte

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