Luoghi - Biennale d'arte contemporanea di Viterbo
Intervistamo Laura Lucibello ideatrice e curatrice della Biennale d'arte contemporanea di Viterbo
1) La Biennale di Viterbo è alla sua 7° edizione, quali sono le tue considerazioni sulle edizioni
passate e cosa ti aspetti da questa del 2022?
La Biennale di Viterbo nasce nel 2010 come primo progetto pilota con la denominazione di
“Biennale d’Arte Creativa”, al fine di far emergere l’arte contemporanea e la cultura locale,
scarsamente considerata, perché non adeguatamente promossa. Nel 2012 la Biennale si apre ai
giovani istituendo il Premio Accademie, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Urbino.
Con orgoglio posso dire che molti dei ragazzi si sono e si stanno imponendo nel mondo dell’Arte
con un percorso e mostre all’attivo molto interessanti.
Nel 2014 assume la nuova veste di Biennale di Viterbo Arte Contemporanea. Nelle successive
edizioni, la Biennale è cresciuta sempre più esponenzialmente in livello qualitativo e quantitativo,
per arrivare, con l’edizione del 2018, ad ottenere il logo “Anno Europeo del Patrimonio Culturale”
avendo coinvolto 7 Comuni (Viterbo, Orvieto, Arlena di Castro, Celleno Borgo Fantasma, Grotte di
Castro, Lubriano, Tolfa), 18 sedi e 130 Artisti, tra cui di fama internazionale: Paolo Buggiani,
Felice Levini, Mutsuo Hirano e Thomas Lange, Mauro Magni, Pino Mascia, Serena Riglietti
illustratrice dell’edizione italiana di Harry Potter, solo per citarne alcuni.
Nell’edizione 2018 si è inteso intraprendere con più forza esperienze di: cooperazione a cambiare
mondi, sviluppare pratiche ecologiche, ma soprattutto intrecciare e rafforzare relazioni con luoghi e
persone in comunità con forti potenziali, senza barriere ed ostacoli con la presenza continuativa
dell’Arte e delle eccellenze e peculiarità specifiche dei luoghi visitati, ripensando all’importanza
delle attività di prossimità. Perpetrare quel senso, quei valori, quel ruolo sociale di fare Arte, in un
ecosistema più fluido, nella consapevolezza che la presenza fisica non è sostituibile, ma che il
digitale si è rivelato un importante veicolo.
Esperienze che hanno fatto da collante con luoghi e persone e si perpetrano nella presente edizione
2022 con il tema “Arte ai confini della Bioetica”. Gli ultimi due anni ci hanno reso vulnerabili ma
attraverso l’arte si possono riformulare concezioni fondamentali che riguardano il bene, la verità e
la bellezza. L'arte contemporanea come mezzo per proteggere la dignità umana e i suoi diritti
fondamentali, uno stimolo per accrescere la sensibilità sociale e un dialogo costruttivo circa la vita.
2) Quali sono i siti coinvolti in questa nuova edizione e quali gli eventi che meritano una
particolare attenzione?
Siamo letteralmente circondati da numeri, anche se non ce ne rendiamo conto, e sin dall'alba dei
tempi sarebbero persino la chiave per decifrare i misteri della Natura, della Terra e dell'intero
Universo. Sia per chi ci crede che per chi considera tutto ciò una fandonia, bisogna sapere che
attorno a particolari numeri si è venuto a creare un elaborato simbolismo che dà a ciascuno di essi
più di un significato e interpretazione, così come accade per i sogni.
Nel corso dei secoli, il numero 7 è stato privilegiato rispetto agli altri ed è nata intorno a esso una
ricca simbologia, numero per eccellenza del mistero. In molte culture antiche indicava completezza,
7 sono le virtù e i vizi capitali, 7 sono i cieli e i pianeti dell’antichità, 7 sono le stelle più luminose.
Perché dunque non celebrare questa 7a edizione della Biennale in 7 Comuni della Tuscia, ricchi di
storia, misteri e leggende come Viterbo, Celleno Borgo Fantasma, Graffignano, Oriolo Romano,
Sipicciano, Tuscania, Vitorchiano, che meritano tutti una particolare attenzione sia per le sedi
ospitanti che per gli artisti ed i progetti proposti.
3) Il concept di questa edizione è “Arte ai confini della Bioetica”, gli artisti coinvolti come lo
hanno interpretato?
Il concetto di Bioetica rappresenta un campo di ricerca e riflessione, definito anche come un
movimento di idee e di valori che continuamente cambiano nel corso della storia; mette in dialogo
diverse discipline, dalla filosofia al diritto, dall’economia alla sociologia, dall’antropologia alla
psicologia. La bioetica quindi riassume in sé la scienza della sopravvivenza dell’uomo nel suo
ecosistema temporale, racchiudendo tutti gli interrogativi e le risposte che l’essere umano ha
cercato e cerca di interpretare e rappresentare con la forte risonanza della pratica delle arti e della
creatività.
Nell’attualità dell’epoca presente, dove si è sempre più relegati nel ruolo di consumatori piuttosto
che in quello di attori e produttori della propria esistenza, correndo sempre più il rischio di cadere in
un edonismo utilitarista, ha fatto sì che quel potenziale straordinario divenisse nell’oggi ordinario,
travolgendo anche un campo come quello dell’arte, asservito a sistemi di consenso, al mercato e alle
ideologie. E mi piace qui ricordare le parole di Adriano Pessina, seppur riferite più alle scienze
mediche, ma calzanti anche a quelle umanistiche e artistiche, usate nel suo libro “Bioetica. L’uomo
Sperimentale”: “Se dovessimo caratterizzare con una formula il clima del presente, potremmo
dire che questa è l’epoca dell’indifferenza, cioè della negazione di ciò che fa la differenza…. ciò
che fa problema è l’ondata di banalizzazione e di improvvisazione…”.
Ecco, credo che gli artisti coinvolti abbiano tutti evitato la banalizzazione e l’improvvisazione. E,
questo, lo dico con orgoglio, per me rappresenta un grande punto di partenza. Ci tengo a ringraziali
tutti per l’aiuto, l’impegno e la professionalità profusi a livello volontaristico. Non posso citare qui i
loro nomi perché sono oltre 60 artisti e giovani delle Accademie di Belle Arti, ma chi vorrà potrà
visitare le diverse esposizioni e, comunque il tutto verrà rilegato nella pubblicazione generale
dell’evento Biennale.
4) Come vedi proiettata nel futuro la Biennale di Viterbo?
Da sempre ho coniato una frase che rappresenta la mia persona nelle azioni del vivere quotidiano
“Conosci il mondo e il mondo conoscerà te”. Questo vale anche per la Biennale ed i suoi artisti. Più
la Biennale avrà un respiro internazionale, più sarà riconosciuta a livello internazionale. In questa
edizione 2022 abbiamo fatto ulteriori passi in questo senso aderendo al 1° Festival del New
Bauhaus della Comunità Europea, tenutosi dal 9 al 12 giugno e, con l’occasione che per la prima
volta le due Biennali coincidono nello stesso anno e periodo, abbiamo organizzato “Arti Vi.Ve. un
ponte fra Viterbo e Venezia – Biennali a confronto”, con due esposizioni che si terranno nello
Spazio San Vidal a settembre e nello Spazio Thetis, nostro partner, nel mese di ottobre.
La mission futuribile sarà sempre e comunque quella di mantenere vivo un dibattito che si prefiguri
ricco e coinvolgente, in cui saranno approfondite tematiche e relazioni tra arte, tecnologia,
comunicazione, mente e cuore.
L’Arte è da sempre via e strumento per la scoperta della straordinarietà della vita e della sua
sacralità, spazio reale del sogno, creatività, vitalità, ricerca di senso e chiave di lettura nel viaggio di
crescita e scoperta del sé sconosciuto. E questi concetti vanno preservati e perpetrati per la
sopravvivenza stessa dell’essere umano.
Lo staff di ignorarte
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